Significati dei simboli nella Lapidazione di Santo Stefano del Lotto

 


Il 26 dicembre, giornata di festa e di atmosfera natalizia, è ricordata la figura di Santo Stefano, il primo martire cristiano.

Il suo sacrificio, la sua testimonianza di fede è rappresentata magistralmente ne La Lapidazione di santo Stefano, dipinto a olio su tavola di Lorenzo Lotto, del 1516 circa, conservato nella pinacoteca dell'Accademia Carrara di Bergamo.

In tale opera, ricca di simbologia, vediamo il santo, inginocchiato, al centro.


Accanto a lui un uomo, i cui codici mimetici ci suggeriscono che lo stia insultando, regge un'alabarda che, proprio al centro della tela, forma una croce ideale con una verga portata da un individuo riccamente vestito con un abito di foggia orientale.

La verga, simbolo del martirio, non incrocia casualmente l'alabarda. Tale stratagemma è inserito dal Lotto nell'opera per sottolineare che Stefano è pronto a morire in nome di Cristo.


Il santo, riconoscibile dall'aureola, veste di rosso, colore del sangue, simbolo del martirio che lo attende.

La sua posizione forma una immaginaria linea ascendente diagonale, che secondo i dettami delle categorie eidetiche, evoca l'idea di salita, di crescita, di miglioramento, quello verso il Cielo verso cui il martire è diretto.


Tale concetto è rinforzato dalle numerose alabarde che formano anch'esse varie linee ascendenti diagonali e dalle braccia dei carnefici che stanno per lapidarlo, che mentre credono di distruggerlo, annientarlo, con il loro gesto lo aiutano a raggiungere la dimensione di perfetta felicità il più rapidamente possibile.

Il cane, posto accanto a Stefano, è simbolo di fedeltà, lealtà, quella dimostrata dal santo, con la sua testimonianza di amore fedele nei confronti di Gesù.

Vi sono icone di soldati. I loro codici dell'abbigliamento ci rivelano che sono di luoghi diversi, stranieri.

Nel tempo della pittura della tela, Bergamo era invasa dall'esercito francese, da quello dei Visconti e da quello della Repubblica di Venezia, eserciti stranieri di cui i soldati sono sineddoche.

Il dipinto era dunque anche simbolo del martirio subito dalla popolazione orobica ad opera di molti popoli stranieri.

Santo Stefano diviene quindi anche simbolo del giusto, del pacifico, che è tormentato dal Male, ma che proprio per mezzo dell'ingiustizia subita ascende alla liberazione e alla libertà eterna.

Il suo martirio (in greco significa "testimonianza") è il suggello della sua definitiva vittoria.

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