I misteriosi significati dello splendore nel Paradiso di Giovanni di Paolo
Il Paradiso, opera di Giovanni di Paolo, realizzata nel 1445, faceva parte, insieme alla Creazione e alla Cacciata dal Paradiso, della predella di una Pala d'altare della chiesa di san Domenico, a Siena e che ora si trova agli Uffizi di Firenze.
Il dipinto si trova ora al Metropolitan Museum of Art
Il Paradiso appare come un giardino fiorito, ricco di essenze e di erbe e di fiori multicolori;
Sullo sfondo si trova un rigoglioso frutteto;
Nella gioia della perfezione eterna si vedono i beati che vengono abbracciati dagli angeli, e che ormai sono loro pari
Marco 12,25
In questo locus amoenus, i beati abbracciano lieti i loro amici, i familiari e altre persone vissute di epoche differenti ma unite, in una dimensione atemporale, da un medesimo interesse o da una medesima missione, in un clima di affettuosa sorpresa e di letizia.
Ovunque regna la gioia, rappresentata dai baci e dai teneri abbracci, dai visi sereni, dalle movenze leggere.
In questo luogo al di fuori dello spazio e del tempo, in una festa ricca di felicità, i beati continuano le fitte conversazioni un tempo interrotte dalla sospensione della effimera vita terrena, riprende lo scambio di confidenze, gli scherzi, le tenerezze, i dialoghi.
I giovani parlano con gli adulti, i figli con i padri e le madri, gli sposi con coloro che in vita furono le loro spose, gli innamorati si abbracciano, le sorelle e le amiche si incontrano, estasiati di poter stare insieme, in un clima di gioia senza fine.
Sono rappresentati molti esponenti di differenti vocazioni e condizioni terrene: vi sono i fedeli e i cardinali, frati e chierici, uomini e donne, fanciulle e anziani, in un caleidoscopio di anime che per sineddoche alludono a tutte le possibili situazioni umane.
Tra i cespugli saltellano dei conigli. Questo animale, il cui pelo muta da marrone in inverno a bianco in estate è, secondo sant’Ambrogio, simbolo delle due nature di Cristo, quella umana, mortale, e quella divina, eterna e ineffabile.
Il fatto poi che il coniglio nasca a primavera, epoca di rinnovamento e rigenerazione, lo ha reso simbolo della risurrezione.
Un agnello passeggia tranquillo tra le anime in festa.
E' l'icona dell' [...]
Commenti
Posta un commento