I misteriosi significati del cervo volante di Flegel
Il cervo volante nella cultura precristiana era considerato simbolo di buon augurio: lo si ritrova nel folklore di numerose antiche civiltà europee o utilizzato come amuleto, abitudine già citata da Plinio il Vecchio. Le grandi “corna” dei maschi montate su collane e poste al collo dei bambini erano utilizzate dai Romani come amuleti per proteggerli dalle malattie.
Col tempo queste “corna” furono sostituite dai “cornetti di corallo” e dall’uso di “fare le corna” come scongiuro.
Non mancano notizie su superstizioni che lo volevano essere malevolo, per esempio animale che appiccava gli incendi, che avrebbe distribuito trasportando al volo braci ardenti fra le mandibole.
Però, come abbiamo detto tante volte, un simbolo ha un significato solo in relazione al contesto storico e sociale in cui appare.
E' evidente che in Occidente, in Europa, all'epoca di Flegel, le committenze non volevano simbologia precristiana e quindi pagana.
Dobbiamo quindi interpretarlo nell'ottica della simbologia cristiana, la cui arte ha da sempre utilizzato una ricca e complessa simbologia per raffigurare il demonio.
Anche innocui animaletti sono nel tempo diventati simbolo del diavolo, come il cervo volante, che troviamo in Georg Flegel (Natura morta con pesce e cervo volante, 1635), in cui è antitetico al pane e al vino, simbolo dell'Eucarestia, e al pesce, simbolo di Gesù, figlio di Dio.
Si voleva rappresentare in questo modo la nera presenza del Maligno, così diffusa da inquinare ogni angolo di mondo.
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