Simboli e significati celati ne "L'isola dei morti" di Arnold Böcklin
L'isola dei morti è il più noto dipinto del pittore simbolista svizzero Arnold Böcklin.
Il titolo originale della prima versione dell'opera, eseguita da Böcklin dopo una gestazione molto meditata su commissione di Alexander Günther, avrebbe dovuto intitolarsi "Un luogo tranquillo", nome che fu cambiato al momento della presentazione al committente.
«L’isola dei morti è pronta, finalmente,
e sono convinto che susciterà l’impressione che desidero»
Lettera di Böcklin a Günther - 19 maggio 1880
Furono realizzate cinque versioni dell' opera, ma la quarta di queste fu distrutta durante la seconda guerra mondiale.
La prima versione dell'opera si trova a Basilea, nel Kunstmuseum.
L'opera affascinò personaggi come Sigmund Freud, Lenin, Georges Clemenceau, Salvador Dalí e Gabriele D'Annunzio. Si dice che Adolf Hitler ne possedesse una versione originale, acquistata nel 1933.
Secondo alcuni critici Böcklin si è ispirato per il paesaggio al Cimitero degli Inglesi di Firenze, secondo altri a Pontikonissi, una piccola isola nei pressi di Corfù.
C'è chi crede che fu Capri e i suoi faraglioni a ispirare l'artista, e chi pensa che sia stato il castello aragonese di Ischia o anche l'isola di San Giorgio, sulla costa dalmata dell'Adriatico.
E' un'opera ricca di una profonda ed enigmatica simbologia
«nominare un oggetto è sopprimere tre quarti del godimento della poesia,
che è costituita dalla felicità di indovinare poco a poco:
suggerire, ecco il sogno.
È l'uso perfetto di questo mistero che costituisce il simbolo»
Risposta di Mallarmé a J. Huret nell’Enquête sur l’évolution littéraire
Si tratta dell'icona di un isolotto roccioso, allegoria del regno dei morti, sopra una distesa di acqua scura, metafora del dolore per la separazione.
Una piccola barca a remi, simbolo del trapasso, condotta da un personaggio a poppa, si sta avvicinando all'isola. Lo si presuppone, visto il leggero movimento delle onde. La barca in movimento è la metafora del trapasso, del viaggio dell'anima nell'aldilà.
Alcuni interpretano il rematore come una chiara evocazione del Caronte di dantesca memoria, ma esso potrebbe invece ispirarsi all'angelo nocchiero incaricato di [...]
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