L'arte e la vita

 


Le opere d'arte, oltre a essere icone dei personaggi rappresentati o metafore di avvenimenti dell'esistenza delle persone di ogni epoca, sono interpretazioni dello "spirito del tempo" in cui l'artista che le ha realizzato si è trovato a vivere, una sua visione del mondo e della realtà.

L'autore delle opere d'arte per rappresentare il mondo ha un suo "stile", ovvero un insieme di tratti formali che caratterizza il suo linguaggio che volontariamente, per esigenze creative, si allontana dall’uso corrente.

In altre parole è una sorta di DNA creativo che si trasmette dal creatore alla creazione, è l’uso nel tempo di quella determinata serie di segni e di codici, che rendono riconoscibile la “firma” dell’artefice di un prodotto anche se essa non viene concretamente apposta.

L'artista è imbevuto di una data cultura, che viene da lui interpretata e decodificata attraverso simboli, icone, indici, colori, forme e altri elementi usati in una data sequenza o accostamento e con una precisa funzione estetica.



Le opere d'arte sono quindi rappresentazioni del reale, intendendo con questo termine anche i moti dell'animo umano, le sue passioni, i suoi timori e ne costituiscono l'allegoria.

Risulta dunque evidente che ogni icona presente in un'opera d'arte è simbolo di un'epoca, di una concezione del mondo, di una determinata filosofia di vita, ma anche di un'emozione che in quanto tale è senza luogo e senza tempo, dunque sempre valida.

Ecco perché per comprendere il mondo e gli uomini, per acquisire questa sorta di conoscenza profonda delle cose e dell'animo umano, l'Arte è un grimaldello formidabile, che ci permette di vedere la realtà che ci circonda con gli occhi dei nostri simili e addirittura ci permette, in un processo di identificazione, di immedesimazione, di essere altro da sé e di "guardare" dall'interno l'animo degli altri, condividendone speranze, desideri e timori.

Nessuna scienza è in grado di offrire all'Uomo questo particolare tipo di conoscenza, in quanto la ricerca scientifica, psicologica, sociologica, antropologica, anche la più accurata, potrà osservare le situazioni solo dal loro esterno, senza la possibilità offerta dall'arte di viverne direttamente le sensazioni, le percezioni in "prima persona".

Le opere d'arte non sono dunque solo contenitori di icone e simboli, ma anche di emozioni provate dal personaggio rappresentato o dall'artista che vengono condivise con coloro che hanno il desiderio e la capacità di immedesimazione.

L'opera d'arte è dunque una sorta di "zona franca" psichica, un portale verso dimensioni altre, un luogo spirituale in grado di invadere l'animo del fruitore con emozioni e sensazioni ma anche di farlo immergere in tale mare percettivo, è "il naufragar m'è dolce in questo mare" leopardiano e insieme l'ungarettiano "m'illumino d'immenso", in un processo di possesso e possessione, di invasamento e inglobamento, sempre, di conoscenza.

L'ammirazione di un'opera d'arte è quindi un atto di condivisione, di apprendimento, di comprensione, nel senso di "cattura" simultanea di vari elementi spirituali e fisici in un "unicum", di elevazione spirituale, nel senso di contemplazione poliedrica dell'immanenza e, di riflesso, della trascendenza da cui essa prende forma e vita.



Ecco perché l'opera d'arte è scrigno e tesoro, contenitore e contenuto, porta e luogo, contingenza e trascendenza, dato oggettivo ed emozione, segno e realtà.

Ecco perché ogni museo è un luogo sacro, ovvero un punto di congiunzione tra noi e l'ignoto, tra la realtà e le altre dimensioni del multiverso, tra noi e il nostro prossimo, tra il passato, il presente e il futuro, tra il tempo e l'eternità.

Ecco perché diventa importante abbeverarsi all'Arte: per comprendere noi stessi, gli altri, la realtà e il tempo in cui ci troviamo e la relazione tra tutto questo con ciò che ci trascende.

Riesci a capire quali e quanti simboli sono presenti in un dipinto, quali sono i messaggi criptati in esso e soprattutto che tecniche narrative e simboliche utilizza l'autore per inserirli nell'opera?
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