I misteriosi significati dei simboli nella Sacra Allegoria di Bellini
La Sacra Allegoria di Giovanni Bellini, datata 1490 e conservata al Museo degli Uffizi a Firenze è un'opera enigmatica, ricca di una simbologia che è stata nei secoli variamente interpretata e che a tutt'ora non è stata spiegata completamente e con sicurezza dai vari specialisti.
Il Ludwig vedeva nel dipinto una trascrizione pittorica del poemetto francese della prima metà del XIV secolo il Pèlegrinage de l'âme (Pellegrinaggio dell'anima) di Guillaume de Deguileville.
Per Heinemann, il fiume sarebbe il Lete, l'asino indicherebbe la pazienza, la pecora l’umiltà, la capra la temperanza, il centauro la tentazione, l'orientale a sinistra la mentalità commerciale.
Il Rasmo, vedeva il dipinto come una “Sacra Conversazione” in cui il santo vecchio appoggiato ala balaustra non sarebbe Pietro, come di solito si pensa, bensì San Giuseppe.
Robertson pensa che si tratti di una “Meditazione sull'Incarnazione” con il putto seduto sul cuscino che sarebbe Gesù Bambino, cui gli angeli porgono i frutti dell'albero della conoscenza, mentre sua Madre lo osserva dal suo trono.
Anche noi intendiamo dare il nostro contributo all'analisi della simbologia presente nell'opera, partendo dalle varie antitesi in cui la vicenda si articola
Abbiamo la dimensione terrena in antitesi a quella ultraterrena, la prima simboleggiata dalle montagne in cui sorgono castelli e centri abitati, ovili e colline verdeggianti, la seconda dall'hortus conclusus, lo spazio delimitato dalla balaustra in cui si trova la maggior parte dei protagonisti della rappresentazione.
Le due dimensioni sono divise da un corso d'acqua, che è stato variamente interpretato (come lago, come fiume, come Lete) e che a noi pare il simbolo della [...]
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