Simboli e significati de "La zattera della Medusa" di Théodore Géricault
La Méduse era una fregata francese a vela. Il 2 luglio del 1816, a causa dell'inesperienza del comandante,si incagliò sulle secche del Banc d’Arguin, in Mauritania.
Dopo aver inutilmente tentato di disincagliare lo scafo, l’equipaggio abbandonò la nave il 5 luglio 1816 sulle 6 imbarcazioni di salvataggio.
150 persone non trovarono posto sulle scialuppe e furono costrette a realizzare sbrigativamente una zattera con il legname della fregata.
La zattera fu legata all'ultima delle scialuppe che si allontanavano dal relitto, ma a causa del peso delle persone a bordo, ben presto affondò parzialmente causando la rottura della cima che la teneva legata al gruppo.
Le persone che si trovavano a bordo della zattera vennero così abbandonati al loro destino.
Nei giorni immediatamente successivi venti persone morirono o si suicidarono.
La disperazione regnava a bordo e dopo 9 giorni i naufraghi, avendo terminato cibo e acqua, furono costretti a cibarsi dei cadaveri dei loro compagni.
Due mesi dopo il naufragio, nel “Jornal des debats” il medico Savigny, uno dei pochi superstiti della zattera, narrò la lotta per la sopravvivenza che si era fatta feroce sin dai primi giorni. I più deboli si erano tolti la vita abbandonandosi all’oceano o erano stati sopraffatti.
Il 17 luglio 1816, dopo tredici giorni alla deriva, il battello Argus individuò e salvò i venti superstiti sulla zattera , ma cinque di loro morirono nella notte.
L'opera coglie il momento in cui la rovina della zattera può dirsi completa.
Sulla zattera si ammassano i sopravvissuti, disposti in due porzioni della zattera.
In primo piano, più vicino allo spettatore, per aumentare il pathos, si raggruppano le vittime del disastro.
Appare un vecchio che regge sulle ginocchia il corpo del figlio deceduto, per proteggerlo dalla fame degli altri naufraghi.
Accanto a lui si vede un corpo dal torace in su, e non è chiaro se si tratti di un uomo le cui gambe si spenzolino in una falla della zattera, verso il mare o se semplicemente ciò che si può vedere non sia altro che quanto di quel corpo ancora rimane integro.
Un cadavere coperto da un velo è quasi abbandonato alla corrente, mentre un altro corpo giace riverso.
C'è chi piange, chi pare fuori di sé, chi si abbandona travolto dalla debolezza e dalla stanchezza.
Nel secondo gruppo, più lontano dallo spettatore, sono riuniti invece i naufraghi che ancora reagiscono, animati dalla speranza di essere avvistati dalla nave Argus, che si staglia, piccolissima, in lontananza.
C'è chi ha le mani giunte e ringrazia Dio, chi incoraggia gli altri mostrando la salvezza, chi sostiene chi non ce la fa.
Due di loro appoggiandosi a una botte, sventolano dei panni logori per farsi vedere dalla nave.
L'opera rappresenta simbolicamente la [...]
Per scoprire il resto dei simboli nell'opera i i loro significati, guarda il documentario.
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