Simboli e segreti nel Giardino delle Delizie di Bosch
Il Giardino delle delizie è un trittico realizzato da Hieronymus Bosch, secondo alcuni studiosi tra il 1480-1490, secondo altri intorno al 1503.
E' conservato nel Museo del Prado di Madrid.
- La prima tavola è conosciuta con il titolo di "Il giardino dell'Eden",
- quella centrale è nota come il "Giardino delle delizie" e dà il nome all'intero trittico,
- la terza è stata denominata "l'Inferno Musicale".
Il Trittico è ricco di riferimenti simbolici e allegorici, ma la complessità della sua simbologia, unita allo stile stravangante, estroso e visionario dell'artista, oltre alle scarse notizie sulla sua vita e la sua formazione, l' ha reso un enigma difficlmente decifrabile per gli studiosi di vari secoli.
Il trittico rappresenta sulla sinistra il passato, nella serena compostezza del paradiso terrestre.
Al centro è rappresentato il presente, nell'iperbole del piacere dei sensi, mentre nel pannello di destra è raffigurato il futuro, sempre più prossimo, nell'infernale cacofonia dovuta alla perdita di Dio
Quindi vediamo nella prima tavola l'allegoria della primigenia armonia e dell'innocenza, nella seconda l'allegoria dell'esagerato godimento del piacere e nella terza l'allegoria della stridente schiavitù del vizio
E' dunque evidente che la lettura dell'opera debba procedere da sinistra verso destra, iniziando il percorso narrativo nella sezione dedicata al Giardino dell'Eden, per continuare nel Giardino delle Delizie e per terminare, infine, nell'Inferno Musicale.
Vi è anche una sorta di prologo alla narrazione pittorica, che si trova nelle ante del trittico chiuso.
Questa quarta immagine, da cui prende le mosse la lettura dell’intera opera, è la rappresentazione del Terzo giorno della creazione del mondo, dipinta con la tecnica della grisaglia, cioè con sfumature a monocromo di bianco e grigio, così come spesso accadeva nell'arte fiamminga, per fare spiccare maggiormente i colori brillanti quando l'opera veniva aperta, destando ammirazione nei presenti.
Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto».
E così avvenne.
Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare.
E Dio vide che era cosa buona.
E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie».
E così avvenne: [...]
Dio vide che era cosa buona.
E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
Genesi 1,9-13
Immersa e sospesa nel silenzioso buio del nulla, la sfera translucida e baluginante, unica cosa vivente e palpitante nella più completa e gelida oscurità, contiene la terra appena creata, sovrastata dalle nuvole.
La vita presente nella bolla è precedente alla creazione degli animali e dell’uomo. Appaiono elementi vegetali, anche con forme inusuali, e formazioni rocciose.
Il Creatore si trova in alto a sinistra, luminoso, evanescente, con una corona in testa e un libro aperto sul grembo e sorretto da una mano, mentre benedice la creazione che si materializza dinanzi ai suoi occhi.
“Ipse dixit et facta sunt”
Egli parlò e tutto fu creato
L'armonia della sua voce è una musica celeste, è canto degli angeli che genera sublime concordanza tra le cose e ordina come uno spartito musicale l'intero Universo
“Ipse mandavit et facta sunt”
Egli comandò e ogni cosa ebbe origine
Dal grigio monocorde e spento delle ante chiuse, all'apertura lo spettatore si trova proiettato in un universo febbricitante di forme, movimento e colore.
L'uomo è entrato a far parte della creazione.
Scopri il significato delle allegorie e dei simboli presenti nell'opera.
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